Quello di Ischia sarà il primo “porto verde” del Sud

Un importante primato sta per essere raggiunto dalla tanto fascinosa quanto densamente frequentata Ischia. L’isola diverrà infatti il primo esempio nel meridione italiano di “porto verde”. La motivazione che sta alla base di codesto riconoscimento è rintracciabile nel fatto che in prossimità della sua costa verrà posizionata una cabina Enel la cui funzione sarà quella di rifornire le navi ormeggiate di energia elettrica. Questo permetterà alle imbarcazioni di lasciare i motori spenti, con conseguente diminuzione di un inquinamento di cui non potrà che giovare un ecosistema circostante che va preservato e tutelato.

A risentire positivamente di questa novità sarà soltanto l’ambiente, ma anche tutti coloro i quali erano giornalmente costretti a fronteggiare i nefasti effetti dell’inquinamento acustico.

L’allestimento dell’alimentatore avverrà, come in precedenza accennato, nella superficie occupata dal porto, con il municipio che proprio in questi giorni sta provvedendo ad espletare tutte le pratiche necessarie allo scopo.

Una volta che il Comune, nella persona del primo cittadino Enzo Ferrandino, avrà individuato l’area specifica in corrispondenza della quale allocare l’impianto, sarà compito dell’Enel procedere al suo montaggio. A rappresentare un preliminare ma importante passo è il via libera della Soprintendenza, alla quale ha immediatamente seguito il nullaosta di tipo paesaggistico da parte dell’amministrazione comunale.

L’idea di tramutare quello ischitano in un “porto verde” è il risultato di una lunga e fruttuosa collaborazione che ha visto lavorare in sinergia non soltanto amministrazione comunale ed Enel, ma anche tutte quelle compagnie (Caremar e Medmar) che ormai da anni collegano via traghetto l’isola ischitana con le località circostanti più importanti.

In base alle dichiarazioni rilasciate, è lo stesso Sindaco a far trasparire entusiasmo per il risultato raggiunto. Stando infatti alle affermazioni pronunciate da quest’ultimo, la trasformazione di Ischia in “porto verde” risponderà alle richieste di aiuto di tutti i cittadini della zona i quali, dopo anni di fastidiosi rumori, avranno fin dall’immediato la possibilità di notare un netto miglioramento della loro qualità della vita.

Se è vero che quello di Ischia si sta apprestando a divenire un porto ecosostenibile, è altrettanto vero che medesimo discorso non potrebbe essere fatto per il vicino scalo di Napoli, ancora molto lontano dall’essere oggetto di elettrificazione totale.

Soprattutto negli ultimi tempi, si è dibattuto molto su tutto quello che riguarda la qualità dell’aria in tutte quelle zone che costeggiano gli scali portuali campani. Ciò che a riguardo differenzia il porto di Napoli da quello di Ischia è il fatto che, se nel primo i monitoraggi risultano essere costantemente effettuati, nel secondo per ora non è stato fatto alcun intervento in proposito, vista l’assenza totale di centraline deputate al compito.

A farsi promotrice di questo allarme è Legambiente Campania, la quale chiede dall’amministrazione ischitana di fare pressioni al governo regionale affinché questa renda operativo il dislocamento di centraline che riescano nell’intento di rilevare il grado di inquinamento.

L’appello di Legambiente, a seguito del montaggio della cabina di trasformazione Enel sul molo del porto isolano, potrà quindi indietreggiare ed Ischia, con enorme orgoglio, potrà fregiarsi dell’importante titolo di primo porto green del Sud Italia, raggiungibile in traghetto prenotando dal sito Traghetti Ischia dove consultare tutti gli orari e corse disponibili in ogni stagione.

Perché la Sardegna viene definita la “Pompei del mare”?

Il fascino storico di Pompei è qualcosa di intramontabile per via delle testimonianze intatte e ancora visibili dell’eruzione del Vesuvio nel lontano 79 d.C..

Oggi si può dire che esiste un altro patrimonio, ribattezzato come la “Pompei del mare“, e si trova in Sardegna: si tratta di una serie di resti finiti sotto il fango migliaia di anni fa. Negli ultimi mesi è partito un allarme in quanto questi sarebbero in pericolo e rischierebbero concretamente di scomparire.

Gli esperti di geologia della Sardegna ne sono convinti: l’isola ha la sua “Pompei del mare”. Un patrimonio archeologico che negli ultimi tempi sta facendo discutere in quanto c’è un allarme legato al pericolo che possano perdersi i resti. Sotto il fango sono emersi, grazie allo studio del giornalista specializzato in archeologia, Sergio Frau, una lunga serie di nuraghi. In particolare essi arriverebbero ad una trentina nella zona del Sinis che però attualmente presenta tracce evidenti di una vera e propria aggressione marina. Ecco perché si può parlare a tutti gli effetti di una “Pompei del mare” come punto storico per l’intera regione da tutelare.

Stando a quanto riferito da Frau, in base alle evidenze del suo studio, questa zona veniva chiamata la Linea degli Olimpi dato che la direzione verso Oriente passava proprio per il Salento, arrivando al monte Olimpo e Lemnos. Ciò che colpisce è che i nuraghi che sarebbero finiti sotto il fango arriverebbero al numero di ventimila. Una prova di ciò è arrivata da un’altra operazione di studio mediante un drone: esso ha permesso di censire oltre 100 nuraghi, molti dei quali però sono visibili solamente grazie alle foto aeree.

Vale dunque la pena considerare che la “Pompei del mare” non è altro che la prova di una storia importante per l’intera regione. Nel secondo millennio a.C. era una zona molto ricca: dai metalli alle acque calde, fino a dover considerare un clima mite utile per le coltivazioni. Eppure questo territorio veniva considerato il centro del mondo allora conosciuto, come si può evincere da alcuni testi antichi. Grazie al lavoro di esperti geologi è stato possibile usare un drone per capire dove fossero dislocati i nuraghi di questo preziosissimo luogo. Il Medio Campidano è stato così precisamente mappato con oltre cento nuraghi sepolti dal fango determinato da un maremoto. Una pianura dunque raschiata, la stessa pianura più bella di tutte le pianure di cui ha parlato Platone in alcune delle sue opere.

Gli scavi più imponenti finora sono stati fatti a Barumini, Gennamaria e Villanovaforru in cui sono stati trovati bracieri e tanti altri materiali d’uso quotidiano per l’uomo dell’epoca. Il che lascia pensare che non si può escludere la presenza di cadaveri sepolti vivi da quel maremoto che devastò quella che oggi è nota come la “Pompei del mare”.

La conclusione più importante a cui è arrivato Frau, il quale prosegue comunque con le sue analisi e i suoi studi, è che la Sardegna è stata un’enorme città galleggiante. Grazie ai suoi numerosi nuraghi è in grado di affascinare il mondo intero anche per via di una storia molto interessante e nel contempo particolare. Vale perciò la pena sottolineare quanto sia importante prendersi cura di tali luoghi e recarsi a visitarli finché siamo in tempo, anche in traghetto approfittando delle numerose tratte disponibili sul sito offertetraghettisardegna.net per fare in modo che la storia non venga persa.

Corsica: cosa vedere e il sentiero GR 20

La Corsica, isola di terra e di mare in gran parte incontaminata, insieme alla Sardegna, che dista a poche miglia marittime dall’isola francese, è uno dei luoghi più incantevoli e rappresentativi del paesaggio tipicamente mediterraneo. Comoda da raggiungere anche in traghetto prenotando sul sito www.traghetticorsica.info molti sono i luoghi che meritando una visita. Vediamo insieme quindi quali sono i luoghi imperdibili per poter dire di essere stati in Corsica ed averne assaporato il modo di vivere. Spoiler: alla fine, anche una piccola sorpresa per gli amanti del trekking: un piccolo focus sul Sentiero gr20.

Corsica: maggiori luoghi di interesse

Iniziamo dal così detto Dito della Corsica: la penisola Cap Corse. Un lingua di terra immersa nel mare di circa 40 km di lungo per altri 10 km di largo. Si alternano luoghi selvaggi a spiagge incantevoli, come la spiaggia di Pietracorbara con la sua vegetazione costituita di soli giunchi e la spiaggia di Tamarone dove sovente è possibile assistere al caratteristico fenomeno delle mucche che prendono il sole in spiaggia.

Nel lato opposto, oltre il promontorio troviamo Bastia, il principale porto dell’isola. Città sorprendente, dalle stradine tutte in salita e dove una atmosfera tutta marinara si contrappone ai palazzi storici e alle chiese barocche.

Valle del Tavigliano o Restonica

Ci spostiamo nell’entroterra per visitare due valli in una, due nomi diversi ma che indicano lo stesso territorio. Il Tavigliano è in realtà un fiume che nasce dal lago di Nino a 1743 metri di altitudine; mentre la Restoica e caratterizzata dalle gole e dalla cittadina di Corte.

Porto Vecchio

Porto Vecchio è di fatto la città di Alérica, il sito archeologico che testimonia il passaggio dell’impero romano e il Porto Vecchio vero e proprio è una meta mondana, famosa per la bellezza delle sue spiagge. Una su tutte, la spiaggia di Palombaggia. Di fronte il paesaggio si apre verso le isole Cerbicali e Santa Giulia.

Bonifacio e Lavezzi

Siamo al sud della Corsica dove la costa frastagliata che si cala a picco sul mare, la caratterizza e rende tanto suggestiva. Le falesie bianche come la neve si contrappongono all’azzurro intenso del mare, sul quale, arroccata e indisturbata la Cittadella. Assolutamente da vedere le Bocche di Bonifacio e il centro storico fatto tutto di viuzze e tetti incredibilmente rossi. Quindi, posizionata tra la Corsica e la Sardegna, in linea con Bonifacio: l’isola di Lavezzi. Un’assoluta meraviglia.

Sarténe

Rientriamo nell’entroterra per visitare la più corsa tra le corse, così la definiscono i corsi, appunto. Tradizione e autenticità si sono conservate intatte nel corso dei secoli e si esprimono in un contesto architettonico di matrice medievale.

Ajaccio

Siamo arrivati alla capitale della Corsica. Qua nacque Napoleone e visitare la sua casa Natale è un’opportunità da non perdere. Ma anche Pais Fesch dove sono raccolte importanti collezioni d’arte. Vicine le isole Sanguinarie e la Punta della Ranata, un promontorio unico assolutamente da vedere.

Calanchi di Piana

Si tratta di un’attrazione paesaggistica davvero unica. Patrimonio dell’UNESCO dal ’83 è caratterizzata da piloni con forme bizzarre tra le più varie di granito rosso alte più di 400 metri.

Riserva Naturale di Sandola

Anche questo posto è stato dichiarato patrimonio dell’UNESCO. È Possibile raggiungerlo via mare con partenza da Porto. Una volta arrivati vi aspetta il borgo marinaro Girolata e il villaggio montanaro Ota. Poi ancora tanta e tanta natura.

La Balegne, Calvi e l’isola Rossa

Affascinante regione del nord della Corsica. La sua caratteristica è l’incastro perfetto tra montagna e mare. La rendono famosa i suoi villaggi arroccati come Spelongato, Feliceto, Pigna e Sant’Antonio. Poi ancora la città di Calvi e l’isola Rossa.

Deserto delle Agriate

Un luogo assolutamente impervio dell’entroterra dell’isola francese. Mentre si apre a splendide spiagge che lo delimitano sulla costa. Le più famose è la spiaggia di Selaccia lunga 1 km e la spiaggia di Lotu.

Il Sentiero GR20 per gli amanti del trekking

Per finire una sorpresa per tutti gli amanti del trekking: il Sentiero gr20. Inserito nella lista tra i più duri d’Europa si estende lungo l’isola per ben 200 km. Giugno e settembre sono i mesi ideali per percorrerlo. Questo sentiero si suddivide in due grandi tappe per i più esperti, e alcune tappe alternative secondarie per gli amatori. Vediamo quali sono.

Da Calenzana a Conca

Questa è la tratta intera del sentiero che si suddivide in due: Calenzana – Vizzanova e Vizzanova Conca. Solitamente per raggiunge Conca si impiegano circa 15/20 giorni, dipende dall’allenamento.

Alcune tappe alternative per i meno esperti sono quelle denominate, “monti e mare” e “mare e mare”. Sono percorsi molto più accessibili rispetto alla via classica.

La “Magna via Francigena”, il Cammino di Santiago siciliano

Il cammino di Santiago è meta di tantissimi turisti provenienti da ogni parte dell’Italia e del mondo. Anche la Sicilia ha il suo in quanto è stata recuperata la “Magna via Francigena” che si snoda per 160 chilometri in zone rurali dell’isola. Un percorso che attraversa tre province e che permette di vivere un’esperienza letteralmente unica.

La “Magna via Francigena” si trova lungo l’asse tra Agrigento e Palermo. Questa per svariati millenni è stata solcata da viaggiatori, commercianti e pellegrini soprattutto in età bizantina e alto Medioevo.

Da qualche tempo questo percorso è stato completamente riqualificato dopo diversi secoli in cui l’abbandono e l’incuria avevano preso il sopravvento. Un progetto che ha permesso di recuperare una tappa importantissima per quei turisti che hanno voglia di vivere un’esperienza diversa dalle altre. In particolare ci si potrà avventurare scoprendo le perle rurali della Sicilia e soprattutto la zona più interna, quella dove la natura è ancora incontaminata.

Per chi lo desidera, è possibile recarsi in Sicilia anche in traghetto, prenotando comodamente dal sito www.traghettisiciliaonline.it per poi iniziare il proprio pellegrinaggio. Ovviamente esiste anche la possibilità di ridurre la lunghezza del percorso per chi non voglia fare tutti i suoi 160 chilometri. Un’opzione è quella di dividere il cammino in otto tappe da 20 chilometri ciascuna. Grande sostegno per la realizzazione di questa bellezza naturale è arrivato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali: l’obiettivo principale è quello di valorizzare la cultura degli itinerari che un tempo erano usati per pellegrinaggio e che oggi sono una rievocazione di antichi percorsi risalenti al periodo normanno.

La caratteristica principale della “Magna via Francigena” è quella di essere adatta a tutti: non solo trekker esperti e amanti delle camminate, ma anche turisti, etnologi, collezionisti di pietre e rocce antiche. Fino a dover considerare che ci sono diverse chiese lungo questo cammino per cui chi ha la passione per la storia e la religione potrà trovare pane per i suoi denti.

Ovviamente alla base di tale percorso che è stato realizzato e messo a posto durante gli ultimi anni ci sono stati studi da parte dei principali poli universitari che hanno permesso di mappare il territorio. In tal modo è diventato più semplice fare una proposta concreta ai tanti turisti che vogliono immergersi in un’esperienza unica come quella di visitare la Sicilia più rurale.

Le province che vengono attraversate sono tre e sono quelle di Palermo, Caltanissetta e Agrigento. Senza dimenticare che ci sono ben 13 comuni attrezzati con strutture di accoglienza e servizi messi a disposizione dei visitatori. Il comune che ha fatto da apripista di questo progetto è stato Castronovo di Sicilia, in provincia di Palermo, a cui si sono accodati tanti altri.

Non mancano di certo i siti archeologici e i tanti punti di interesse che sono sparsi tra le colline e le alture dell’entroterra siculo. Questi sembra possano diventare candidati per diventare patrimonio dell’umanità molto presto.

Inoltre è bene precisare che i turisti e visitatori potranno scegliere tra l’accoglienza pellegrina, ovvero quella organizzata per lo più dalle parrocchie del posto che mettono dunque a disposizione i propri spazi in cambio di un’offerta libera. Così come vi è la possibilità di pernottare nei paesi presenti lungo il cammino con i privati pronti ad offrire un letto nelle proprie abitazioni e condividere qualche pasto insieme. Certamente non mancano anche ostelli della gioventù e i vari bed and breakfast dai prezzi abbordabili.

L’Albania: in crescita non solo il Turismo ma anche il buon Vino

Dotata di un clima ideale per la coltivazione della vite, l’Albania può vantare una tradizione vinicola vecchia di quasi tre millenni, che non molti, all’infuori degli addetti ai lavori, conoscono.
Siamo pur sempre nel cuore del Mediterraneo, dove il vino ha sempre avuto un ruolo molto importante nell’economia e nella cultura dei paesi che vi si affacciano e, proprio come in Italia, Spagna e Grecia, anche la nazione dell’aquila a due teste produce delle ottime etichette, che solo ultimamente stanno trovando sempre più estimatori tra gli europei e tra gli albanesi stessi e che meritano per questo di abbinarci anche degli accessori utili ad esaltare ancor di più il prodotto, come quelli disponibili sul portale Accessori Vino perfetti per venire incontro a qualsiasi esigenza.

Il Paese ha conosciuto lunghi periodi nei quali i vitigni sono stati fortemente disincentivati, come durante il periodo sovietico, inoltre nelle aree a prevalenza musulmana la viticoltura, a causa proprio dei precetti religiosi, non ha mai preso piede; ultimamente, tuttavia, la produzione di vino è cresciuta in maniera esponenziale, complice l’aumento dei terreni destinati ai vigneti che, nel 2002, hanno raggiunto i 26000 ettari, concentrati nei distretti di Përmet, Valona, Leskovik, Alessio, Pogradec e Scutari.

Il territorio dell’Albania, una regione montagnosa ma che si affaccia sull’Adriatico, possiede un peculiare terreno in grado di ospitare sia vitigni autoctoni che internazionali e che permette a più di trenta aziende albanesi di offrire una variegata produzione di vini, sia bianchi che rossi.
I principali vitigni che vengono coltivati e che, complice l’aumento del turismo, stanno rendendo sempre più conosciuta la produzione vinicola albanese sono il Kallmet e il Shesh, le cui origini si perdono nella notte dei tempi.

Tra i vini rossi, lo Shesh Nero possiede tutta la struttura e il corpo che un prodotto di qualità deve avere, oltre a un profumo degno di nota; si tratta del principale e più amato vino albanese, un tempo snobbato dai locali ma che ora sta conoscendo un periodo d’oro.

Il Kallmet rosso, che prende il nome sia dal proprio vitigno d’origine che dal villaggio, nei pressi di Alessio, nel quale nasce, è talmente apprezzato che la sua coltivazione si è estesa a molte zone d’Europa, merito senza dubbio del suo gusto equilibrato e leggermente tannico.
La stessa uva offre anche la produzione del Kallmet bianco, fresco e delicato, che è l’ideale accompagnamento per gustare gli ottimi formaggi della tradizione culinaria albanese.
Tra gli altri vini bianchi più apprezzati troviamo senza dubbio il Bianco di Kokomani che, prodotto dall’omonima azienda situata alle porte di Durazzo, offre una fragranza unica e un colore dorato sorprendente, tipico delle uve Shesh dalle quali viene ricavato.
Una menzione speciale la merita il Pulës, dalla persistenza molto tenace, grazie al suo gusto aromatico molto spiccato che rimane a lungo sul palato.

Chi decide di visitare l’Albania, raggiungibile anche in traghetto prenotando sul sito Albania Traghetti lo fa principalmente per i suoi meravigliosi paesaggi, per le campagne bucoliche e per le spiagge incantevoli, oltre che per il costo della vita estremamente accessibile; quando, però, si ha l’occasione di degustare i vini unici di questo territorio, si scopre un mondo di cui pochi sono a conoscenza, fatto di tradizione, qualità, competenze tecniche e spirito imprenditoriale e in grado di lasciare un piacevole ricordo nel visitatore.

Gli accessori da campeggio must-have da non lasciarsi sfuggire con il Black Friday

Il campeggio è da sempre la forma di soggiorno/vacanza più quotata da chi ama la libertà e gli spazi all’aperto. Una formula economica e ideale per ogni tipologia di persona.

Ecco quindi che con questa guida, ci teniamo ad indicarti qualche accessorio da campeggio ‘must-have’, a cui non dovrai rinunciare nelle giornate del black friday!


Accessori indispensabili da campeggio

Soggiornare in tenda significa partire da casa super organizzati.Ecco quindi che andiamo a stilare una lista degli oggetti di cui necessiterai assolutamente durante la tua esperienza in campeggio.

Cominciamo!

Coltellino Svizzero: essenziale per avere apribottiglie, coltello e lima raccolti in un unico articolo.
Il vantaggio di avere con se un coltellino svizzero è quello di godere di un oggetto più resistente rispetto al normale coltello da cucina.
Se possibile, cerca di acquistare quello munito anche di posate.

Sacco a pelo: da usare come base per risposare in estate o come vero e proprio rifugio caldo nei periodi più freddi.
In quest’ultimo caso opta per le versioni con interni in pile o finta pelliccia.

Materassino: per poter dormire comodamente come a casa, seppur in tenda. Esistono numerosi modelli di materassini, alcuni sono rivestiti con materiali prettamente indicati per il periodo invernale. Fai attenzione quindi alle caratteristiche tecniche dell’oggetto che andrai ad acquistare, ponderando bene i periodi dell’anno in cui preferisci viaggiare.

Pompa elettrica: per gonfiare il materassino o altri oggetti/giochi all’occorrenza.

Generatore elettrico: se decidi di soggiornare in maniera super organizzata, questo articolo ti apparirà come la manna dal cielo.
Il suo peso non è di poco conto, quindi è da ponderare bene gli spostamenti ad effettuare.

Cassettiera o cassettoni di plastica: per disporre tutta l’oggettistica trasportata in viaggio in maniera ordinata e facile da rintracciare.
Utilissimi anche per essere usati come dispensa.

Lanterna o lampada: per sopperire alle giornate poco assolate o per le fasce orarie serali.
Esistono numerosi varianti, a pile, a olio o a corrente.

Anti-zanzare/insetti: indispensabili per i periodi estivi o nel caso in cui soggiorni in terreni particolarmente ricchi di insetti.
Essenziali soprattutto se decidi di postare la tenda in pineta.

Borsa-frigo portatile: da rifornire all’occorrenza con ghiaccio secco, utile per chi non è solito mangiare fuori ‘casa’, ma preferisce cucinare e consumare pasti in tenda. In alternativa puoi acquistare un vero e proprio frigo da viaggio, che avrà ovviamente costo e peso più elevati.

Kit pronto-soccorso: se ne trovano di varie tipologie e dimensioni.
Il nostro consiglio è quello di munirti di un kit base, arricchito magari da qualche medicinale che sei solito usare in caso di bisogno.

Fornellino elettrico o a gas: per cucinare o per riscaldare dell’acqua utile a riempire la borsa dell’acqua calda. Nel caso in cui decidi di acquistare il modello a gas, è bene munirsi anche di una bombola a gas di scorta.

Ti suggeriamo in ogni caso di portare con te anche un accendino o dei fiammiferi, per sopperire al rischio che il fornellino si rompa. Chi non è novello del campo, sa che andare in campeggio significa vivere un’esperienza unica.

Un modo alternativo di approcciarsi con la natura, arrivando ad apprezzarla e rispettarla a livelli sempre più alti. In molti casi, fare campeggio è addirittura una sfida!

Una sfida che non faticherai a vincere, grazie a tutti gli accessori che ti abbiamo prontamente indicato in previsione del Black Friday!

Non ti resta che… Prepararti allo shopping sul sito Campeggio Accessori.it!

La residenza di Napoleone all’Elba: in visita alla palazzina dei mulini

La famosa Villa dei Mulini, chiamata anche “Palazzina dei Mulini” a Portoferraio, rappresenta oggi una delle mete più visitate in Italia, con milioni di turisti in arrivo ogni anno presso l’Isola d’Elba per visitarla. Stiamo parlando infatti di una delle più belle residenze storiche d’Italia, da sempre conosciute e ammirate per l’eleganza e la storia che ogni angolo della struttura è in grado di raccontare ai suoi visitatori.

Villa dei Mulini: una struttura che racconta arte e storia

La residenza venne denominata Villa dei Mulini perché, fino all’arrivo di Napoleone, la struttura era dotata di due caratteristici mulini, poi eliminati nei primi anni del 1800.
Quando Napoleone vi entrò facendone il proprio luogo di residenza, sbarcando all’isola d’Elba nel 1814, la struttura appariva molto diversa e priva di gran parte degli elementi di arredo attuali, che furono inseriti via via anche su disposizione dell’imperatore.
La residenza, infatti, era stata scelta da Napoleone per la trascorrervi la sua vita pubblica, mentre la vita privata si teneva prevalentemente nella Villa di San Martino, vicina, comunque, alla Palazzina dei Mulini.

Con l’arrivo dell’Imperatore, la struttura fu notevolmente modificata (secondo sue direttive) e divenne quindi ben presto sede delle sue feste e ricevimenti.
Dopo il 1815, tuttavia, in seguito alla partenza di Napoleone, la palazzina venne abbandonata e fu utilizzata prevalentemente come destinazione militare.

Ad oggi, la Villa rappresenta un museo di grande importanza per l’Isola d’Elba e per l’Italia in generale, all’interno del quale il pubblico può recarsi in visita in determinati orari e giorni settimanali prestabiliti, a fronte del pagamento del biglietto d’ingresso. L’Isola è comodamente raggiungibile anche in traghetto prenotando sul sito Traghetti Per Isola Elba com approfittando dei prezzi vantaggiosi e dei servizi offerti durante il tragitto.

Cosa vedere all’interno della Villa dei Mulini

La Villa venne realizzata nel 1724 su disposizione del Gran Duca Gian Gastone de’ Medici.
Si tratta di una grande struttura elegante, il cui pian terreno è caratterizzato da una galleria che collega i vari vani dell’appartamento dell’Imperatore.
I visitatori, infatti, subito dopo l’ingresso possono ammirare un grande salone al quale seguono successivamente la biblioteca e la stanza da letto dell’Imperatore.
Dopo aver attraversato la scala che porta al salone dei ricevimenti, è possibile accedere allo studio e alla camera dei valletti.

Oggi, la residenza è arredata con eleganti mobili ottocenteschi in stile impero, anche se il mobilio originale dell’epoca (portato nella struttura su disposizione di Napoleone) è andato perduto nel tempo. L’arredo scelto consente ad ogni modo ai visitatori di toccare con mano la storia e il vissuto dell’epoca, perfettamente riprodotto nella scelta degli arredi e dei complementi attuali della villa.

Una delle stanze più caratteristiche della palazzina è sicuramente la biblioteca, che conserva ancora i libri che Napoleone portò con se dalle importanti biblioteche di Fontainebleau: un insieme di testi storici di grande valore, molti dei quali furono donati a Napoleone dallo zio cardinale Fesch.

La struttura è caratterizzata inoltre dalla presenza di un giardino antistante, fra la palazzina e il mare, reso ancora più prezioso dalle due splendide statue presenti al suo interno: la Minerva e una copia della Galatea del Canova.

Raggiungere la Croazia in traghetto: la bellezza dei suoi 8 parchi nazionali

La Croazia è uno dei Paesi più belli dell’Est Europa. Si affaccia sull’adriatico, ma ha un’energia tutta mediterranea. Quindi non c’è modo più suggestivo per raggiungerla se non via mare e, una volta arrivati, godersi la bellezza, il fascino, la storia e la cultura delle sue città e dei suoi luoghi.
Vediamo come raggiungerla dall’Italia in traghetto e quali tesori storici e naturalistici troveremo nel visitare i suoi 8 parchi Nazionali.

Croazia in Traghetto: il fascino del viaggio via mare

La Croazia è raggiungibile in traghetto da diverse città italiane distribuite su tutto il territorio, da nord, passando per il centro sino al sud del nostro Paese prenotando il proprio biglietto comodamente dal sito traghettipercroazia.net dove troverete le varie disponibilità e tutte le informazioni utili per la partenza.

Per quanto riguarda il nord sono previste partenze dai porti di Trieste e Venezia che offrono servizi di tratta per la Croazia con destinazione i porti di Rovigno, Pola, Lussino, Parenzo e Umago.

Al centro Italia il porto di Ancona permette di raggiungere il porti di Starigrad, Zara e Spalato. Sempre al centro Italia, sia il Porto di Pescara che quello di Pesaro prevedono tratte per i maggiori porti della Croazia, sottolineiamo però che i servizi sono molto più sporadici e si intensificano solo nei tre mesi estivi.

Per quanto riguarda il sud, il porto di Bari offre servizi di passaggio nave e aliscafo verso il porto di Dubrovnik.

Le maggiori compagnie di navigazione che operano tali tratte sono l’italiana SNAV e la Croata JADROLINIJA. Entrambe offrono servizi di passaggio sia per i passeggeri che per i loro mezzi con traghetti molto comodi dove poter godere dell’esperienza via mare come parte del viaggio stesso. La seconda opzione è il passaggio con aliscafo, molto più veloce ma con servizi più limitati e, ovviamente, senza la possibilità di trasporto veicoli.

Una buona ragione per visitare la Croazia in tutti i mesi dell’anno sono sicuramente i suoi parchi naturali. Vediamo quali attrattive storico culturali offrono oltre al grande patrimonio naturalistico che è senza dubbio la caratteristica principale di questi luoghi magici.

Gli 8 Parchi Nazionali della Croazia

I Parchi Nazionali della Croazia sono un attrazione turistica internazionale. Tanta natura, ma non solo, anche cultura e testimonianze storiche di tutte le epoche.

Sicuramente i più visitati sono il parco dei laghi di Plitvice e il parco Krka. Si tratta di due parchi molto simili tra loro. Entrambi sono un’esplosione di natura. Laghi incantati e cascate incredibili.

Vi è poi il parco della Plaklenika, costituito dal canyon del fiume carsico Plaklenika, situato nelle vicinanze di Stari Grad, nel nord della Dalmazia.

Le isole Kornati, Dimijet, Brioni e Brioni sono poi gli arcipelaghi della Croazia, caratteristici di questo Paese affacciato sul mare. Sono luoghi incantevoli dove montagna e mare si fondono a regalare suggestioni uniche.

Per finire, il Parco del Risnjak è un’altra meta ideale per tutti gli amanti della natura incontaminata: questo parco offre infatti la possibilità di immergersi in 6350 ettari di boschi. Dista a circa 15 km dal mare del quale si può sentire l’energia anche dentro la fitta vegetazione. Uniche città vicine sono Delnice e Cabar. Un posto unico e magico da aggiungere sicuramente alla lista delle bellezze croate.

Le città imperiali del Marocco: Rabat, Fès, Meknès, Marrakech

Visitare le quattro città imperiali del Marocco, con il loro carico di fascino, arte, storia e cultura, è un’esperienza in grado di rimanere impressa nel cuore del viaggiatore, insieme alla proverbiale ospitalità dei marocchini. Per chi desidera portare con se’ la propria auto, i propri amici a 4 zampe o non ama particolarmente i viaggi in aereo, il Marocco è raggiungibile anche in traghetto, dall’Italia, prenotando dal sito Marocco Traghetti.
Scelte, in epoche diverse, come dimore stabili da parte dei regnanti musulmani, Rabat, Fès, Meknès e Marrakech hanno conosciuto in passato periodi di splendore, nei quali sono diventati centri religiosi di prim’ordine grazie alla costruzione di moschee, madrase e sontuosi palazzi.

Meknès, la perla incontaminata
Situata nel nord del Paese, questa città ha origini molti antiche e, al tempo della conquista dei Romani, era già un centro urbano dotato di fortificazioni. Il suo prestigio crebbe incessantemente durante tutto il Medioevo, fino a conoscere il culmine all’inizio del XVIII secolo, quando fu riconosciuta capitale sotto la dinastia Alawide.
Lo splendido centro storico, dall’inconfondibile dedalo di vie, è riconosciuto patrimonio dell’UNESCO, mentre la piazza principale di El Hedim vanta la favolosa porta cittadina di Bab El Mansour, riccamente lavorata.
Pur essendo la meno conosciuta delle città imperiali, Meknès merita certamente una visita, soprattutto dal momento che è quella che conserva maggiormente il suo spirito originario.

Fès, la città blu
A pochi chilometri da Meknès, la città di Fès ha una storia tanto lunga quanto travagliata, che ha visto il succedersi di numerose dinastie arabe, che la arricchirono di moschee, mausolei e fortificazioni.
Divenne capitale già nel VIII secolo, per poi diventare una delle città più importanti del mondo intero, nonostante i regnanti si trasferirono a Marrakech poco dopo.
La Porta Blu della città è un vero gioiello, con le sue piastrelle del colore del cielo, mentre la porta di Bab Al Amer ha nella torre merlata la sua attrattiva più famosa; la Medina di Fés è patrimonio dell’umanità da anni e la Madrasa di Bou Inania è considerata la scuola coranica più bella del Maghreb.
Perdersi per le vie del centro è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita, così come visitare il quartiere ebraico, con le sue caratteristiche abitazioni, completamente diverse dal resto della città, a testimonianza del mix di culture e genti che sono passate per Fés.

L’austera Rabat
L’attuale capitale del Marocco, situata sulle coste atlantiche nella parte centrale del Paese, fu fondata nel XII secolo da un califfo della dinastia dei Almohadi come centro militare, con lo scopo di radunare e far partire le milizie durante le guerre in Andalusia.
Oltre allo sfarzoso Palazzo Reale, Rabat è conosciuta per la porta cittadina di Bab Rouah, una delle più belle del Marocco, il quartiere fortificato della Kasba degli Oudaïa e la Torre di Hassan, un antico minareto risalente al XII secolo.
Una visita allo straordinario sito archeologico di Chella, inoltre, è quasi d’obbligo; a pochi chilometri da Rabat, infatti, si possono visitare i resti dell’antico insediamento romano di Sala e la splendida necropoli risalente al 1100 circa e comprendente una graziosa moschea e un curatissimo giardino.

Marrakech, il gioiello più luminoso
Fondata nel XI secolo e divenuta capitale a più riprese, contendendosi lo status di centro politico e religioso con Fés, Marrakech si può considerare la principale città marocchina, ricca di storia e cultura.
Piazza Jamaa el Fna, con i suoi odori e la sua mescolanza di genti, è certamente l’attrazione più famosa di questo centro di quasi un milione di abitanti, che ha molto altro da offrire, a partire dalla sua stupenda Medina.
La Moschea della Kutubiyya, il principale luogo di culto cittadino, ha nel suo imponente minareto, che ricorda la Giralda di Siviglia, il suo elemento più caratteristico, mentre le Tombe dei Saaditi sono conosciute in tutto il mondo per le ricchissime lavorazioni dei suoi archi moreschi.
I numerosi palazzi che costellano la città sono la prova del passato splendore di Marrakech e offrono un tipico esempio di architettura marocchina; in questo senso, una visita a Palazzo El Badi, le cui rovine riescono a dare l’idea dei fasti del XVI secolo, e Palazzo El Bahia, di origine più recente e ora trasformato in sala per concerti, sono certamente i fiori all’occhiello di una delle città più affascinanti di tutta l’Africa.

Cosa fare durante un breve soggiorno a Fiumicino

Ci sono molte cose interessanti da vedere a Fiumicino: dai siti storici alle attrazioni culturali. Molti viaggiatori scelgono di soggiornare nella città di Fiumicino durante la notte per essere vicini all’aeroporto o per riposarsi dopo un lungo volo internazionale. Fiumicino significa “piccolo fiume“, in quanto lungo la strada principale, Via della Torre Clementina, scorre per l’appunto un piccolo fiume. Ma vediamo di seguito cosa potrai fare durante il tuo breve soggiorno a Fiumicino.

Centro di pesca

Fiumicino ha un grande centro di pesca sulla costa del mare, quindi troverai sicuramente molte barche da pesca ormeggiate lungo il fiume. Gran parte del pesce fresco che viene pescato ogni giorno si dirigerà immediatamente verso i ristoranti locali: i proprietari dei ristoranti e i commercianti locali sono i primi in fila ad afferrare le migliori catture della giornata appena arrivate dalle barche.

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