Gift box: il pericolo delle promesse non mantenute

Nonostante il suo sviluppo e un fatturato pari a 150 milioni di euro nel 2013, il mercato italiano dei gift box è in pericolo. Il malcontento dei consumatori di fronte alla promessa di prestazioni alle quali è in realtà difficile accedere potrebbe rapidamente causarne il declino.

Marketing dei gift box e promesse non mantenute

Con l’acquisto di un cofanetto regalo il cliente dispone di un ampio catalogo di attività (ristoranti, spa, hotel, esperienze…) tra le quali scegliere. Una volta effettuata la scelta, almeno in teoria è sufficiente procedere alla prenotazione presso la struttura verificando le date possibili. Successivamente la società che gestisce i cofanetti regalo e che ha selezionato le strutture integrandole nella propria offerta prima di commercializzare i cofanetti, paga la struttura di cui il cliente ha usufruito.

Tuttavia nella pratica l’ampia gamma di attività esposte nel catalogo non corrisponde necessariamente alla scelta effettiva a disposizione del cliente. Numerosi acquirenti di cofanetti regalo lamentano le difficoltà nella prenotazione dell’attività prescelta, se non addirittura il rifiuto da parte delle strutture stesse di accettare i cofanetti. Internet abbonda di testimonianze di questo genere, confermate anche da Grazia Ferdenzi, avvocato della Confconsumatori di Parma: “Abbiamo spesso riscontrato difformità tra quanto offerto dal pacchetto e quanto le strutture contattate effettivamente permettevano al cliente”, spiega (1). Alla resa dei conti, quanto promesso non è in linea con la realtà.

Un modello incrinato da un forte squilibrio

Per comprendere la causa di questo fenomeno, e di conseguenza l’atteggiamento delle strutture ricettive e le difficoltà per gli acquirenti dei cofanetti regalo nell’accedere ai servizi pur avendoli acquistati, è necessario analizzare i flussi di cassa del modello. In effetti, tra il momento in cui il cliente acquista il cofanetto regalo e quello in cui lo utilizza, che corrisponde al momento in cui la società che gestisce i cofanetti regalo deve versare il pagamento alla struttura, trascorre un periodo di tempo più o meno lungo. Al termine di questo periodo la società deve disporre di una liquidità sufficiente per poter procedere al pagamento. In caso contrario, la struttura ricettiva riceverà il pagamento in ritardo, o in qualche caso non lo riceverà affatto, come in effetti si sta verificando con sempre maggior frequenza. Si comprende così come strutture che siano già rimaste scottate da casi del genere si dimostrino restie nel soddisfare le richieste dei clienti con cofanetti regalo, quando addirittura non le respingano del tutto.

Negli altri paesi europei, e in particolare in quelli dove il mercato è presente da più tempo, questi problemi di liquidità hanno causato numerosi fallimenti. Le imprese che sono riuscite a insediarsi stabilmente in questo mercato sono quelle più sane in termini di capitale proprio, le quali inoltre hanno spesso promosso rigorosissime politiche di gestione della liquidità e di soddisfazione del cliente. Diversamente da quanto accade in altri paesi, solamente in Italia le società produttrici di cofanetti regalo devono far fronte a una pratica dalle conseguenze disastrose, che indebolisce il capitale proprio, rendendo così più difficoltoso il pagamento delle strutture: l’elevatissimo livello delle commissioni imposte dai distributori per esporre i cofanetti regalo sui propri scaffali, là dove vengono venduti in maggiori quantità. Il rischio è che nemmeno la migliore gestione possibile si riveli sufficiente a preservare l’equilibrio del mercato. In effetti, le eccessive commissioni per la commercializzazione ostacolano l’intero funzionamento del sistema: la logica secondo la quale tutti abbiano da guadagnare, quella logica che garantisce l’equilibrio e l’esistenza stessa del mercato, si dissolve a vantaggio di un unico anello della catena. Le società che producono i cofanetti regalo non sono più redditizie – con margini che oggi provengono in larga misura dal mancato utilizzo dei cofanetti venduti – mentre le strutture ricettive che non riescono più a farsi pagare rifiutano le richieste dei clienti titolari di cofanetti. In questo modo il mercato si avvia lungo un percorso che lo condurrà verso un triste epilogo.

Le conseguenze delle promesse mancate

La prima conseguenza delle promesse non mantenute è il malcontento dei clienti, tanto comprensibile quanto legittimo. Nell’era di Internet è facile prevedere, un effetto domino, peraltro sempre più visibile. Una vera e propria catastrofe per l’immagine di un mercato che si colloca nel settore dello svago e del tempo libero. Peraltro Smartbox, leader del mercato italiano, ne è ben consapevole: “Per noi il feedback del cliente è molto importante anche perché un cliente scontento equivale a centinaia di clienti persi perché il passaparola è fondamentale” (2), secondo quanto hanno dichiarato due responsabili in un’intervista concessa allo Sportello Consumatori nel 2012. Effettivamente questo malcontento può generare rapidamente un vero e proprio crollo delle vendite, con conseguenze nefaste sulla liquidità delle imprese, anche delle più solide. A tutto questo il mercato italiano potrebbe non sopravvivere.

A meno che i distributori non limitino le proprie richieste, resta difficile immaginare come sia possibile interrompere il circolo vizioso. Va tuttavia rilevato come di questo crollo soffriranno anche tutti i distributori: i clienti scontenti che non potranno utilizzare i propri cofanetti regalo si rivolgeranno a Mondadori, Media World, SGM Marco Polo e alle altre catene presso le quali li avranno acquistati. Inoltre queste ultime non potranno approfittare della crescita di un mercato con un potenziale enorme, come dimostrano gli esempi degli altri paesi d’Europa. Un vero peccato, dato che non dovrebbe essere impossibile ricostruire le basi di un sistema redditizio per tutti. Con società adeguatamente gestite e livelli di redditività ragionevoli per ciascun intermediario, le strutture potrebbero disporre di un volano di crescita e di comunicazione, i clienti potrebbero godere di un’offerta ricca, originale e a prezzi equi, i distributori potrebbero trarre vantaggio dallo sviluppo di un settore dal notevole potenziale, mentre le società di gestione dei cofanetti regalo potrebbero generare utili e creare posti di lavoro. Perché quindi darsi la zappa sui piedi?

(1) http://www.regione.emilia-romagna.it/consumatori/inchieste/2013/gennaio/cofanetti-regalo-con-promozioni-attenti-alle-sorprese

(2) http://sportelloconsumatori.org/blog/2012/01/17/smartbox-rischi-e-rimedi-del-cofanetto-regalo/

Il COMFORT ACUSTICO

 

Il COMFORT ACUSTICO E L’ALBERGO SILENZIOSO

Inquinamento acustico e suoi effetti. Il problema dell’inquinamento acustico è abbondantemente sottovalutato, soprattutto in comparazione all’inquinamento atmosferico. L’Agenzia Europea per l’Ambiente, attraverso l’ultima ricerca “Noise in Europa 2014” calcola che circa il 20% della popolazione è esposta ad un livello di inquinamento acustico inaccettabile, parliamo di circa 125 milioni di persone.

Una esposizione di questa portata, calcola lo studio, contribuisce alla morte di 10 mila persone, a circa 1 milione di casi di ipertensione e ad oltre 40 mila ricoveri ospedalieri per ictus e malattie cardiache, per non parlare dei disturbi del sonno che riguardano 8 milioni di persone.

La priorità è proteggere soprattutto i luoghi più a rischio, ed i momenti della giornata più esposti. Il livello raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità per la salute è di 30 decibel nelle stanze da letto durante la notte.

La notte è proprio il momento più delicato in riferimento al comfort acustico di un albergo, se si considera che il livello massimo di rumore ammesso nelle aree residenziali è di 40 dB di notte e di 55 dB nelle aree ad intensa attività umana e che nel centro di Roma ad esempio spesso si superano gli 80 dB (Trastevere), si capisce immediatamente la necessità di adottare interventi mirati ed efficaci per limitare la possibilità che il rumore entri nelle stanze.

L’ Albergo Silenzioso diventa una priorità per gli utilizzatori, la possibilità di esporre un marchio che qualifica il comfort acustico di un albergo silenzioso è allora uno strumento straordinario per promuovere l’albergo stesso, e di garanzia per gli ospiti.

Il comfort acustico e l’albergo silenzioso

 

 

Soluzioni di soggiorno: all’estero la villa ma in Italia si dorme in l’albergo

Avete mai pensato di vivere al pieno le meraviglie della regione Toscana all’interno di una villa di lusso (magari con giardino e piscina privata), piuttosto che andare alla ricerca delle più comuni soluzioni di soggiorno in alberghi o b&b?

La scelta di un pernottamento turistico in una villa privata il più delle volte viene presa in considerazione quando ci troviamo ad organizzare dei viaggi con delle mete estere. In quanti di voi hanno sposato la soluzione villa (dotata di tutti i confort) quando ci si è trovati nella necessità di organizzare un viaggio ad Ibiza, Mikonos o Santorini per una vacanza da trascorrere con i propri amici? Effettivamente, poi, non si sa perché, nel momento in cui la destinazione delle nostre vacanze piuttosto che nei Paesi europei risiede all’interno del territorio italiano, vedi le zone della Sicilia, della Sardegna, ma anche della Toscana o della Liguria solo per prendere in considerazione alcune regioni che possono vantare una vista sul mare, sembra che la soluzione dell’affitto di una villa sembra passare immediatamente in secondo piano.

Le motivazioni di un simile comportamento realmente non si riescono davvero a capire. E’ certo che l’offerta delle strutture alberghiere sul territorio nazionale è davvero completa ed esauriente, ma non per questo si può giustificare la non scelta di una soluzione di pernottamento che può, alla stessa stregua di un hotel o di un albergo, offrire tutti i servizi di cui si necessita e forse anche di più. Sarà, allora, la mancanza di professionalità o competenza da parte dei gestori dei servizi di affitto che può farci protendere verso una scelta più “alberghiera”, ma, fermo restando che la sorpresa può essere per tutti dietro l’angolo, è anche vero che numerosi tour operator italiani sono specializzati da anni nel settore dell’incoming e possono garantire per l’esclusività delle strutture offerte.

Allora, forse, la motivazione principale riguarda i costi del soggiorno e la necessità di un risparmio effettivo se vado a preferire la camera di un b&b piuttosto che una villa privata. E’ ovvio che non può esserci un paragone economico che regga tra le due differenti soluzioni di soggiorno, ma, in questo caso, la decisione dell’affitto di una villa è molto più condizionato dal numero di persone che effettivamente parteciperanno al nostro viaggio. Maggiore è il numero di amici o familiari con cui andrò a condividere la mia vacanza, maggiore sarà il risparmio che potrò ottenere con l’affitto di una villa, anche se di lusso o davvero esclusiva. Che sia Viareggio o la splendida Isola d’Elba la destinazione delle nostre prossime vacanze, possiamo, quindi, escludere viaggi di coppia o weekend romantici per i quali la scelta della camera d’albergo rimane la decisione più conveniente. Ma quando i tempi si allungano ad almeno una settimana ed il numero di adesioni per una vacanza di lusso in Toscana si fa sempre più consistente, la scelta di una villa (da sogno) come soluzione di soggiorno non può non essere presa in considerazione.